Come Registrare Un Cd Promo in Cantina - Parte Quarta

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Ian
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22/gen/2012, 09:37

--- UPDATE GENNAIO 2018. E' evidente che alcune delle informazioni contenute in questi interventi sono oramai vecchiotte, essendo oramai passati un po' di anni. Sto cercando di aggiornarle un po' per volta. Comunque, direi che la linea di fondo non cambia molto e che sono ancora abbastanza validi. Certo, rileggendoli mi rendo conto che oramai alcuni dei concetti esposti sono un po' naif, ma vabbè. I tempi cambiano ! ---

Ultimo capitolo della nostra guida !

Finalmente, dopo aver scelto ed acquistato il materiale, dopo aver imparato ad usare le nostre attrezzature, e dopo aver valutato mediante la pre-produzione che i nostri brani siano a posto, possiamo passare alle registrazioni finali.

Come vedremo, non è che ci siano moltissime parole da spendere su questo ultimo passaggio, che è tuttavia il più importante.
Proviamo a sintentizzare il tutto in pochi punti.

Registrazione
Organizzare lo studio
Fase importante, decisiva. Ogni minimo movimento di microfoni, amplificatori, pezzi della batteria, insomma tutto ciò che suona o cattura il suono, può letteralmente stravolgere il suono registrato. Questo implica un po' di cose:
- è necessario fare un po' di prove per capire qual è la giusta disposizione dei microfoni;
- registriamo sempre i nostri tentativi, e teniamo quelli vecchi. Dovremo sempre poter fare un confronto diretto fra i vari suoni. Si è sempre sulla lama del rasoio in queste situazioni, e bisogna capire se stiamo procedendo dritti verso il nostro suono ideale oppure se stiamo pericolosamente scivolando senza rendercene conto.
- a costo di apparire paranoici, scriviamo sempre TUTTO ! Misuriamo le distanze, prendiamo appunti sui settaggi, sulle posizioni, su qualunque cosa di rilevante o meno. In caso di guai (entra il bufalo domestico del bisnonno e inciampa in un cavo oppure un gatto selvatico delle isole Fiji si fa le unghie sulle manopole di un amplificatore), dobbiamo sapere come tornare al settaggio di prima al meglio.

Strumento di riferimento
La versione finale dei brani dovrà "filare" liscia come l'olio, per cui è necessario scegliere subito lo strumento su cui tutti gli altri dovranno contare per andare a tempo. Tipicamente, si tratta della batteria, ma non è una scelta obbligata. Tale strumento dovrà essere registrato per primo, rigorosamente a metronomo, e gli altri verranno a seguire. La voce sarà sempre l'ultima cosa da registrare, salvo modifiche dell'ultim'ora su altre tracce.

Registrazione, quante tracce? posso suddividere le tracce?
Personalmente, opterei per registrare una buona quantità di tracce per ogni brano e per ogni strumento.
Meglio eccedere che trovarsi senza materiale adeguato. Quindi, anche se un brano ci sembra perfetto, registriamo almeno una traccia bis, per ogni strumento, dello stesso brano. Quando registriamo, infatti, il nostro spirito critico potrebbe cedere il passo all'entusiasmo... e potremmo prendere per buone cose che magari dopo qualche giorno si mostrano nella loro vera veste.
Ciò vale soprattutto per la batteria. La batteria, infatti, è lo strumento che ha più "code" nel suono e quindi richiede una registrazione unica o quasi per ciascun brano. E' molto difficile, se non impossibile in molti casi, registrare la batteria a "pezzettini" da rimontare successivamente, in quanto tutti i tamburi/piatti della batteria producono suoni prolungati e ad ogni copia-incolla si rischia di creare molto caos di sottofondo.
Alla fine ci troveremo con un paio di tracce complete, almeno, per ciascuno strumento. E' la nostra "rete di sicurezza". Ricordiamoci quanto detto prima: una volta spostato un microfono o un amplificatore, ottenere un suono identico al precedente è molto difficile. Per cui, gli errori vanno visti e corretti subito... farlo in un secondo tempo ci costa sforzo doppio e rischiamo di avere pezzetti di brano che "suonano" diversi dal resto.

L'alternativa, non particolarmente valida per la batteria (come già discusso), è la suddivisione delle tracce. Invece di registrare un'unica traccia, si "spezzetta" ogni traccia i periodi più brevi. Questo è sicuramente il sistema più comodo, perchè ci permette di isolare i passaggi particolarmente difficili e lavorarci con più calma. Ha però una contropartita: si rischia di perdere molto dell'espressività del brano. Una raccomandazione: se abbiamo registrato bene, ad esempio, fino a 30" del brano, e poi ci siamo fermati, non ricominciamo a suonare da 30" spaccati. Prendiamoci un po' di margine, e suoniamo un pochino sopra alla nostra prima traccia. Questo ci aiuta in due cose: a dare un attacco molto più naturale al suono e a rimettere assieme poi le due tracce.

Per quel che vale, il mio consiglio è quello di cercare di registrare sessioni quanto più lunghe possibili, partendo con l'obiettivo ideale di fare tutto il brano. Se poi si "inciampa", pazienza. Ci si ferma e si valuta fino a quando la traccia appena registrata è valida... e il resto lo si butta via. L'importante è non intestardirsi. Ci vuole la giusta dose di spirito critico. Non bisogna tenere tracce sulle quali si hanno dubbi, e non bisogna buttar via tutto cercando la perfezione totale.

In definitiva, si usi il buon vecchio buonsenso. Definiamo i suoni registrati (quindi, settaggio ampli e posizione microfoni, il tutto registrato e riascoltato), suoniamo al meglio delle nostre possibilità, facciamo delle tracce di sicurezza, lavoriamo su sessioni limitate del brano ma senza ridurci a fare 5 secondi per volta. Con ciò, ci troveremo ad avere molte tracce in più di quelle strettamente necessarie (occhio a non esagerare, il PC potrebbe soffrirne e potremmo comunque impazzire noi nello sceglierle). Bisogna quindi creare delle tracce uniche per ogni strumento.

Post-scriptum: gli effetti
Già, mica cosa da poco. Li registro subito o li applico dopo? Qui va a gusti... io, personalmente, registro in diretta solo quello che va pre-gain. Il resto lo aggiungo in fase di mixaggio con i plugin oppure con effetti esterni. Soprattutto, gli effetti che generano una coda (delay, riverberi, etc) sono rognosi da registrare subito perchè ad ogni stop nella registrazione ci creano gli stessi problemi della batteria.

Mixaggio
Costruzione della traccia di ciascuno strumento
Abbiamo tante tracce per ciascuno strumento, magari suddivise in numerosi pezzettini. Che si fa? Occorre ridurre il numero delle tracce fino a portarle idealmente ad una sola. Ovviamente, attenzione: se durante il brano i suoni cambiano, bisogna creare più tracce. Le ritmiche uguali saranno sulla loro traccia, i riff su un'altra traccia, i soli sulla loro traccia... anche se a suonarli è stata la stessa persona. Ad ogni suono deve corrispondere una traccia.
Questo richiede un po' di attenzione... innanzitutto, tutte le tracce singole vanno ripulite dai rumori PRIMA di farci qualsiasi altra cosa. Il che significa tagliare fisicamente tutti i pezzi in cui non si suona, e usare dei filtri per il rumore di fondo. Tutti i software di un certo livello hanno degli ottimi filtri. E' importante fare tutto questo prima del mixaggio, perchè una volta che un rumore si mescola con un suono siete fritti.
Se avete registrato "a pezzetti", attenti a non lasciare troppa sovrapposizione sulle giunzioni fra diversi pezzi... tagliate l'eccesso, ma lasciate sempre un minimo di sovrapposizione per avere continuità. Suggerisco l'uso del crossfade (dissolvenza incrociata) per questo lavoro.
Consiglio inoltre di fare questo lavoro di "copia-incolla" manualmente, in modo da avere il controllo su tutto e poter sistemare le cose "ad orecchio" (la scelta migliore).
Una volta fatto questo, avrete la vostra traccia definitiva unica per suono. Che però con buona probabilità sarà una traccia mono. Allora, bisogna convertirla in traccia stereo (ogni programma lo fa a modo suo). Arrivati a questo punto, ci fermiamo e facciamo un superbackup di tutto. Dal momento in cui abbiamo le tracce stereo, la vita cambia. Dopo aver fatto il backup, si buttano via tutte le tracce che non siano stereo. Così facendo, avremo un file di sessione che contiene solo lo stretto necessario. Il resto non serve più, ruba solo memoria e quindi resterà archiviato ma non farà più parte del nostro quotidiano lavoro.

Mixaggio vero e proprio
Su questo argomento c'è troppo da dire, per cui devo rimandare a testi o siti specifici. Ce ne sono a decine, molto buoni, soprattutto in inglese ma non solo.
Solo qualche dritta. Ascoltate sempre in cuffia e attraverso le spie, e se potete anche attraverso uno stereo. Lavorate per gruppi di strumenti affini (mixate, ad esempio, le chitarre ritmiche in modo da trovare un equilibrio... poi mettete il tutto su un bus dedicato per lavorare con più comodità. Nota: un bus è un comodo sistema che raggruppa più canali. Per cui se avete registrato, per dire, 3 chitarre ritmiche, conviene mixarle fra loro e poi farle convergere in un bus. Regolando il volume del bus non dovrete più toccare i relativi volumi delle singole tracce, ma il mix parziale che avete già ottimizzato resterà sempre come è stato definito da voi). Non esagerate con le equalizzazioni (che devono servire ad aggiustare il suono, non a farlo di sana pianta), lavorate sempre e solo in real-time (con i PC di oggi non è un problema, a meno di usare effetti pesantemente invasivi come delay infiniti e soprattutto reverberi molto profondi che possono mettere in crisi il processore), mettendo gli effetti nel mixer virtuale. Facendo così, ogni volta che cliccate Play sentirete tutta l'effettistica che volete ma senza modificare la traccia originale.
Di più non si può dire, bisogna documentarsi e fare tante prove.

Le correzioni
Discorso piuttosto generico. Ogni software vanta possibilità mirabolanti, tipo batterie che vengono rimesse da sole a tempo spaccato, voci stonate che diventano all'improvviso Freddie Mercury. Non ci credete. Le correzioni aiutano, e se imparate ad usarle bene fanno cose davvero utili. Tuttavia, se la traccia è pessima in partenza, non si potranno fare miracoli. Lavorate quindi con calma sugli originali, suonando e cantando bene, e riservate questo tipo di correzioni a situazioni che sono sfuggite o a sistemazioni dell'ultimo minuto.

LA FINE
E quindi, ci saremo. Avremo il nostro bel disco in mano ! Congratulazioni a chi avrà avuto la forza di arrivare fino a qui !
A questo punto dovremo cominciare ad ascoltare le nostre registrazioni su qualsiasi supporto. Probabilmente scopriremo che ci sarà ancora qualcosa da sistemare nel mixaggio e nelle equalizzazioni. Se abbiamo lavorato bene, si tratterà di questioni da poco. Normalmente arrivati a questo punto si è decisamente stanchi e si avrà poca voglia di lavorare ancora. Allora è meglio prendersi un pausa di qualche giorno, non ascoltare più nulla, e poi fare un ultimo check critico a mente fresca. Sarebbe un peccato arrivare fin qui e rinunciare alle rifiniture per stanchezza. Poi ce ne pentiremo.

Mi permetto di dare qualche consiglio anche su cose meno "musicali".
Il booklet: prima di ascoltare il disco, la gente lo VEDE ! Per cui vediamo di fare una grafica che sia accattivante sia in copertina che nel resto della produzione.
Chiediamo consigli ad amici che si intendono di grafica (visti i costi di un grafico, sconsiglio di rivolgersi ad un professionista a meno che non ci faccia un prezzo davvero di favore), magari le foto facciamole fare da un fotografo professionista, scegliendo una bella location o in studio, portandoci dei cambi di vestiti. Insomma, facciamo le cose fatte per bene.

La produzione materiale: qui va a scelte e portafogli. Si può fare anche questa home-made, magari utilizzando per la copertina una buona stampante e dell'ottima carta, e dei buoni supporti. Però attenzione, perché questa soluzione non è mica gratis. I CD costano, le custodie costano, la carta costa, l'inchiostro costa, e pure il nostro tempo alla fine ha un valore. Fatti due conti, rivolgersi a professionisti non ci costa molto di più. Ci sono ditte specializzate nella duplicazione di supporti, che fanno servizio completo. Duplicazione ad altissima qualità del supporto (non masterizzazione, ma produzione glass-master), stampa tipografica del booklet, serigrafia sulla superficie del disco, cellophanatura, pratiche SIAE, etichettatura SIAE, spedizione...
In genere, queste ditte hanno un numero minimo di pezzi che si aggira intorno ai 300. Da vari preventivi che ho chiesto, se ordinate 300 pezzi, il costo unitario (IVA inclusa) è attorno ai 2 euro a CD o poco più, ma avrete in mano un prodotto di qualità realmente professionale. Più CD si ordinano, più il prezzo in proporzione scende.

La SIAE: ricordo che tutti i supporti distribuiti, venduti, regalati, lanciati da un aereo, devono essere "bollinati" SIAE. Il costo di questa operazione, in sè, non è elevato. Se il disco contiene pezzi nostri, non depositati in SIAE, sono circa 3 centesimi a bollino. Se i brani sono depositati in SIAE, si paga di più, ma se i brani sono nostri quei soldi ci tornano indietro a fine anno. La pratica burocratica, invece, è un po' complicata per cui consiglio di farsi assistere dal duplicatore che offre in genere questo servizio per una settantina di euro, all'incirca. Almeno, la ditta ci dice subito se stiamo sbagliando... mentre la SIAE non lo dice e rigetta la pratica (ma i soldi se li tiene...).



ALTRE PARTI:
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Parte Prima
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11/mar/2012, 14:49

Riceviamo e volentieri pubblichiamo: http://www.premierguitar.com/Magazine/I ... n\nQualche consiglio in più non fa mai male ;)
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