27/giu/2014, 09:56
Fender che suonavano male probabilmente c'erano nel periodo pre CBS come in quello successivo ed in quello odierno. Fa parte della natura dello strumento. Il passaggio ad una produzione (quasi) artigianale in grande scala a quello più propriamente industriale ha segnato, assieme a innovazioni apportate allo strumento, un cambio radicale nella costruzione che è stato percepito (e forse non a torto) come un abbassamento degli standard lavorativi. L'instabilità del manico tanto sbandierata nella placca a tre viti in effetti è da considerarsi più un mito che altro. In particolare quella "instabilità" era più riferita all'accordatura che alla eventualità di una improbabile improvvisa separazione del manico dal corpo. Ho avuto una stratocaster standard del '93 che aveva una giunzione corpo-manico a dir poco perfetta. I pezzi stavano saldamente assieme senza placca e viti e reggevano la tensione delle corde fin quasi ad una accordatura standard. La chitarra suonava benissimo ed aveva una buona "playability". Ho una American Series Plus del 1988 (all'epoca una produzione un gradino sotto al Custom Shop) che ha una giunzione corpo manico che fa quasi pena (in effetti il manico è più stretto di più di un millimetro dell'alloggio del body), tuttavia, non ho ancora sentito nessuna stratocaster che suoni meglio e anche cambiando pickup, il suono della Am Series Plus vince sempre, anche a detta di chitarristi di professione. Ho suonato qualche stratocaster un pochino spenta, indipendentemente dal modello. I fattori che influenzano il risultato finale sono tanti, troppi, a cominciare dall'essenza e dalla stagionatura del legno, al particolare taglio imposto al legno, al lavoro di liuteria ed assemblaggio, alla qualità dell'hardware, alla qualità ed allo spessore delle corde, al setup (action; truss rod; ottavatura; allineamento fret; tenuta delle meccaniche; corretto montaggio delle corde etc.), ancora il trattamento e la finitura del legno entrano in gioco nella composizione del suono finale. Non ultimi, l'amplificazione, l'effettistica e le mani del chitarrista.\nLa chitarra, di qualsiasi marca modello o era è un oggetto quasi vivo e come tale nonostante le macchine e le catene di produzione avrà sempre un suono diverso per ogni singolo esemplare e ci saranno sempre strumenti che suonano bene ed altri che suonano male, al di la dei "difetti costruttivi" che io chiamerei più propriamente "scelte costruttive".